EVENTI A TOLFA
Tolfa è stato fini a pochi anni fa un paese a prevalente economia agricola e molte delle sue tradizioni sono scomparse con l'abbandono delle campagne negli anni 60, molte però hanno resistito fino ai giorni nostri ed altre sono stare riesumate negli ultimi tempi da un lontano passato per ragioni religiose o meramente turistiche. Queste tradizioni riguardano molti aspetti della vita del paese, da quello religioso a quello gastronomico, dalle feste popolari alla vita dei campi. Alcune di queste tradizioni sono simili a quelle di altri paesi del centroitalia, alcune tipiche solo del nostro paese. Ecco una lista in ordine cronologico di queste tradizioni.
Sant'Antonio abate:
Quella del Santo protettore degli animali è una delle feste più sentite in paese, i festeggiamenti si svolgono nella domenica più vicina al 17 Gennaio e la processione del sabato è seguita da un gran numero di fedeli. Subito dopo la processione vengono innalzati dei grandi globi aerostatici con su scritto "Viva Sant'Antonio" Questa tradizione ottocentesca ebbe il suo massimo interprete in Giacobbe Marazzi che in occasione delle feste riusciva a far innalzare globi dalle forme più strane. Gli attuali discendenti del mitico Giacobbe continuano la tradizione limitandosi a mandare in cielo dei coloratissimi parallelepipedi. Come in molti altri paesi del Lazio la festa di Sant'Antonio dava inizio al Carnevale e nel pomeriggio della domenica si svolgeva la sfilata dei carri allegorici. Questa tradizione è stata abbandonata e la sfilata ora si svolge nell'ultima settimana del periodo carnevalesco.
La Settimana Santa:
delle numerose cerimonie religiose della Settimana Santa segnaliamo la Visita ai sepolcri del Giovedì Santo. In ognuna delle sette chiese di Tolfa viene addobbato un altare ed i tolfetani nella serata di giovedì vanno da una chiesa all'altra a rendere omaggio ai sepolcri. Una volta questi altari venivano addobbati con fiori di campo o grano fatto germogliare per l'occasione, oggi si usano fiori comprati dai fiorai.La processione del Venerdì Santo è particolarmente suggestiva. Organizzata dalla confraternita "Umiltà e Misericordia" si snoda lungo le vie rinascimentali del paese che per una sera, senza macchine parcheggiate, tornano alla loro primordiale bellezza. Di particolare impatto emotivo il canto: "Populo meo" accompagnato dallo stridio sull'acciottolato delle catene trascinate dai penitenti.
Dolce tipico della Pasqua in tutto il comprensorio è la pizza di Pasqua, un pane dolce che nella scampagnata di Pasquetta si mangia con la lonza di maiale in un particolare abbinamento dolcesalato.
Il piatto più tipico della cucina tolfetana è l'acquacotta, una zuppa di erbe che cambia continuamente seguendo il ritmo delle stagioni. Quella primaverile è realizzata usando esclusivamente erbe selvatiche. Particolarmente ricercati sono i germogli di tamaro (Tamus communis L.) localmente chiamati abbojeli che oltre che per l'acquacotta vengono usati per fare frittate o in umido con una spruzzata d'aceto. Molto ricercati ed abbondantissimi anche gli asparagi selvatici.
Le feste dell'estate:
all'inizio dell'estate è ormai entrata a far parte delle tradizioni la festa del "Cavallo tolfetano", organizzata dall'associazione omonima in località La Nocchia, e che ha preso il posto della fiera del bestiame che non si tiene più da molti anni.
Sempre durante l'estate molte sono le feste che ricordano le antiche tradizioni ad incominciare da quella degli "Antichi mestrieri" Di tutte le attività artigianali che supportavano l'agricoltura e l'allevamento è rimasta solo la lavorazione del cuoio ed in particolare delle selle maremmane.
A fine luglio la sfilata dei rioni fa rivivere quella che era la vita di Tolfa fino a pochi anni fa. Da cantine e magazzini escono tutti quegli attrezzi che si usavano nei campi e di cui molta gente non conosce più né il nome né l'uso. Si celebra in particolar modo la raccolta del grano. Su queste colline si coltivava il grano duro di varietà Cappelli, un grano con delle spighe bellissime ed il granaio pieno era per i tolfetani la maggior ricchezza. Ancora oggi il pane di Tolfa è prodotto con farina di grano duro.
Ad Agosto il "Torneo dei butteri" che nacque negli anni 60 per motivi turistici vuole celebrare la maestria degli allevatori di bestiame, altra grande risorsa dell'economia del paese nel passato e che ancora oggi riveste grande importanza.
Sempre ad Agosto da alcuni anni si celebra di nuovo la processione della Madonna della Sughera. Si narra che nel 1501 due cacciatori trovarono su un albero di sughero un'immagine della Madonna che con una solenne processione fu portata in una delle chiese di Tolfa. Il giorno seguente però l'immagine era tornata sull'albero e Agostino Chigi appaltatore delle cave d'allume dette ordine di costruire attorno all'albero una chiesa. Alla Madonna della Sughera sono particolarmente devoti i cacciatori di Tolfa che partecipano in massa alla processione.
Il 1° Settembre la festa di Sant'Egidio, patrono di Tolfa, chiude le feste dell'estate. Purtroppo da alcuni anni, a causa di un incidente, non è più possibile far svolgere in paese la tradizionale corsa di cavalli. Sempre vive sono ancora le gare di poesia estemporanea, la cosiddetta poesia a braccio, tipica dell'Italia Centrale.
Le feste d'autunno:
il 29 settembre alla chiesa della Rocca e nell'omonimo rione si svolge la festa di san Michele Arcangelo. Una simpatica tradizione scomparsa era la festa di San Martino che si svolgeva nel rione Cappuccini.
Le feste di Dicembre:
rimane ancora viva la tradizione del fuoco in piazza per la Madonna di Loreto anche se il falò è di dimensioni molto più contenute di quelli di una volta.
La tradizione più antica delle feste natalizie è senz'altro un dolce tipico di Tolfa, "Le maccarone de Natale". Fettuccine fatte in casa, condite e ricoperte da un trito di frutta secca e cioccolata fondente poi lasciate raffreddare e solidificare. Una tradizione non molto antica, ma molto poetica è il Presepe vivente che viene rappresentato in vicoli e piazzette del centro storico.
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